Le emozioni nell’isolamento – Prendersi cura di sè
Dopo una fase iniziale in cui ci siamo riappropriati di spazi e tempi a noi più congeniali, dopo aver recuperato sonno, energie e aver svolto tutti gli arretrati che avevamo da fare nelle nostre case, ora iniziano i giorni più difficili. Le nostre abitudini sono state stravolte, la quotidianità riadattata da un giorno all’ altro, e soprattutto sono giorni difficili perché sono accompagnati da sentimenti di paura e incertezza per una minaccia esterna che non possiamo controllare. Ecco che allora potrebbero presentarsi o aumentare crisi d’ansia, attacchi di panico, stress, sintomi depressivi. Tutto ciò rientra in un quadro del tutto conosciuto da noi psicologi che risponde al termine di evento critico. Il critical incident è stato definito da Mitchell e Everly come: “Qualunque situazione capace di esercitare nell’ individuo un impatto fortemente stressante, tale da annientare i meccanismi di comportamento solitamente utilizzati”. Quello a cui siamo sottoposti in conseguenza ad una emergenza, come nel caso attuale con il coronavirus, risponde sicuramente a questa definizione. Ognuno di noi di fronte a situazioni critiche risponde mettendo in atto proprie strategie di fronteggiamento e adattamento (dette strategie di coping). Non sempre però sono efficaci, esse sono il frutto di meccanismi atavici di protezione, ci hanno permesso di evolverci e sopravvivere di fronte a grandi predatori e di adattarci a difficili condizione di vita, ma sono anche frutto dell’esperienza di vita che abbiamo avuto, alla stima e alla fiducia che abbiamo ricevuto a quanto ci sentiamo in grado di incidere sugli eventi della nostra vita. Come si possono quindi migliorare le modalità di coping? Esso è strettamente correlato alla capacità di entrare in contatto con le nostre emozioni positive (permettetemi questa semplificazione, non che credo che esistano emozioni positive e negative ma ho necessità di farvi comprendere quale parte di noi attivare). Diciamo che la soddisfazione, la gioia, la gratitudine, la speranza, l’interesse, l’amore, ecc. hanno un ruolo determinante nell’ adozione di strategie di coping ben funzionanti, ovvero che ci permettono di adattarci alla nuova condizione presente e saperla fronteggiare, aggiungiamo l’utilizzo dell’ humor e della rivalutazione positiva dell’evento negativo. Vediamo più da vicino questi preziosi elementi. Provate a rileggere quel piccolo elenco di emozioni e pensate a cosa si attiva in voi leggendolo, cosa vi può dare soddisfazione? Sicuramente l’idea di fare una bella torta o il pane fatto in casa risponde a queste esigenza, ma ognuno è diverso e magari invece di cucinare vi da soddisfazione fare lavori di bricolage, sistemare le foto, fare esercizi, cucire ecc. Cosa attiva la vostra speranza: progettare un’attività, un corso (adesso on line si trova davvero una grande varietà di corsi), la creazione in casa di un angolo per voi speciale (per meditare, per sentire la musica, per farvi tisane e tè ecc.) cosa vi da amore: parlare con i vostri cari, giocare con i vostri bambini o magari sentire quella cugina che non riuscite a chiamare mai ma con cui avete passato da piccoli tutte le vostre estati. Insomma trovate il vostro click rispetto a quelle emozioni che vi predispongono al fronteggiamento. L’ humor è qualcosa di più complicato perché è un tratto che è innato, ma cerchiamo di allenarci a questa modalità che è la miglior alleata contro l’ansia, poiché la depotenzia e la rende inoffensiva bloccando in partenza il pensiero rimuginativo che spinge in una spirale senza fine. La rivalutazione negativa dell’evento è la sfida più grande perché stiamo ancora in piena emergenza, riceviamo notizie sconfortanti, informazioni dubbie e in un clima di generale smarrimento mi sento di dirvi che l’unico sguardo utile lo possiamo rivolgere proprio verso il nostro mondo familiare. Non è il momento di chiedersi “perché” (e forse non sarà utile mai) ma guardiamo e riscopriamo cosa c’è di prezioso, proprio ora, accanto a noi e cosa ci regala questa situazione di inusuale e inaspettato tempo ritrovato, magari capiremo che proprio qui e adesso abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.